Mazda MX-30, con il Wankel ibrido tra il ghiaccio e il fuoco islandese

Un viaggio di 550 km fino al 66° parallelo, tra panorami mozzafiato e primi terremoti, con un’auto all’altezza della situazione.

Mazda MX-30

Fuoco, acqua, aria e terra. In nessun altro luogo i quattro elementi della natura sono intrecciati in una sequenza così primordiale come in Islanda. Ghiacciai, vulcani, geyser, venti, cascate, fiordi e l’aurora boreale rendono quest’isola unica sul pianeta e parte integrante del nostro immaginario collettivo.

Un gioiellino geologico di meno di 20 milioni di anni, arroccato sulla linea di demarcazione tra la placca continentale eurasiatica e quella nordamericana, copre un’area grande un terzo dell’Italia, con un mix imprevedibile di paesaggi, condizioni meteorologiche e scosse telluriche.

Scosse e magma
Già all’inizio del mese si sono registrate migliaia di scosse, che hanno preceduto lo stato di emergenza che ha portato all’evacuazione di Grindavík, una città di 3.700 abitanti situata nella penisola di Reykjanes, a circa 60 chilometri dalla capitale Reykjavík. C’è il rischio che il vulcano Fagradalsfjjall, uno dei 130 vulcani dell’isola (inattivo per 800 anni prima di eruttare nel 2021), possa eruttare nelle prossime ore, visto il tunnel di magma rilevato a 800 metri di profondità.

Già all’Epic Drive di Mazda, a cui abbiamo partecipato il 6 e 7 novembre, era chiaro che la situazione si stava complicando. Durante la visita all’impianto di e-fuel di cui l’azienda giapponese è partner, i responsabili del progetto hanno consigliato di “indossare il casco e fare attenzione”. Hanno anche aggiunto che non c’era alcun pericolo immediato, tuttavia, dalla fine di ottobre, ci sono state circa 24.000 scosse e il terreno si è alzato di 40 centimetri a causa della pressione sotterranea del magma.


Un Wankel quasi artico
Tuttavia, il viaggio organizzato da Mazda con la MX-30 E-Skyactiv R-EV si è svolto in direzione opposta alla zona di sollevamento vulcanico, lungo un doppio anello di 550 chilometri a nord-ovest di Reykjavík, con partenza e arrivo nella capitale.

Tra incredibili paesaggi naturali, lande desolate, distese di neve e ghiaccio, fiordi, rocce laviche e tunnel sottomarini, il crossover giapponese, come l’Islanda, si è rivelato unico. Si tratta infatti di un ibrido ricaricabile, con propulsione 100% elettrica e un piccolo motore rotativo Wankel che funge da range extender. Il risultato: nessuna preoccupazione per l’autonomia e una maneggevolezza lineare in tutte le condizioni.

Sì, perché durante le oltre sette ore e mezza di test in Islanda, le temperature hanno oscillato tra gli 8 e i -3 gradi, con strade asfaltate alternate a lunghi tratti di sterrato, strade innevate e occasionali zone ghiacciate. Considerando che l’MX-30 testato nel colore Soul Red Crystal era dotato di pneumatici chiodati, le variazioni del manto stradale sono avvenute senza problemi. A differenza dell’alternanza di panorami straordinari che qualche scossone all’anima deve procurare a tutti.

Ingorghi a Reykjavík?
La Mazda Wankel, chiamiamola così per comodità, ha dimostrato la sua manovrabilità e fluidità anche nel traffico. In effetti, l’ora di punta mattutina sulle strade di Reykjavík (nonostante sia un paese con meno di 400.000 abitanti) è molto simile a una tangenziale di Parigi o di una grande capitale europea.

A quanto pare, ciò è dovuto al fatto che la città è costruita su una vasta area, per dare alle case spazio per respirare e inclinazione al sole, e questo impedisce un uso efficiente della flotta dei trasporti pubblici.

Ciò è in contrasto con l’obiettivo di una nazione che vuole essere carbon-free entro il 2030 e che ricava circa il 25% del suo fabbisogno dall’energia geotermica (in totale, oltre l’85% dell’elettricità proviene da fonti rinnovabili, soprattutto idroelettriche). Se una bolletta mensile dell’elettricità costa l’equivalente di due o tre euro, non è difficile capire come l’Islanda si collochi al secondo posto in Europa per quanto riguarda la diffusione delle auto elettriche, anche se la maggior parte del parco macchine è ancora alimentato da motori a combustione interna.

Rotore e batteria al 66° parallelo
L’MX-30 combina i due elementi – rotore e batteria – in modo del tutto innovativo. E poiché è ricaricabile, con un’autonomia di ricarica elettrica di circa 85 chilometri, si può anche fare a meno dell’endotermico rotante (serbatoio da 50 litri).

La trazione (anteriore) è assicurata da un motore a magneti permanenti in grado di erogare 170 CV e 260 Nm, supportato da un motore Wankel di ultima generazione da 830 cm3 e 75 CV che funge da generatore di energia per la batteria centrale da 17,8 kWh.

L’Epic Drive di Mazda in Islanda ha riaffermato i punti di forza della filosofia dell’azienda di Hiroshima: ergonomia ottimale della posizione di guida (il classico Jinba Ittai della perfetta fusione tra uomo e cavallo meccanico), pedale del freno e sterzo altamente reattivi, con un carico del volante adattato alle esigenze, sospensioni calibrate in modo ottimale e dinamiche di guida per nulla impegnative.

Trittico di guida
Ci sono anche tre modalità di guida:

Normale: si guida utilizzando la batteria che, una volta raggiunto il 45%, verrà ricaricata dal motore Wankel, che manterrà il suo stato di carica. Questa è la modalità che abbiamo utilizzato per quattro quinti del test.
EV: consente di guidare utilizzando solo la carica della batteria. Il motore Wankel interviene solo in caso di kick-down, forte accelerazione o quando la batteria è allo 0%. In Islanda, lo abbiamo utilizzato nell’ultima tappa del nostro viaggio.
Carica: consente di selezionare la percentuale di stato di carica, con incrementi del 10%, che si desidera raggiungere, in modo che il motore Wankel intervenga solo allo stato di carica che si desidera mantenere.
Il capitolo dei consumi, ricavati dal computer di bordo, si conclude con una media di 8,2 litri di benzina e 17,5 kWh per 100 chilometri, utilizzando la modalità “tutto elettrico” per gli ultimi 100 chilometri.

Anche al 66° parallelo, la MX-30 ha confermato, a nostro avviso, tutte le impressioni fatte da Flavio Atzori nell’approfondito test realizzato da Motor1.com Italia.

È quindi tutto perfetto? Ovviamente no. Il sistema di gestione delle entrate/uscite posteriori con porte che si aprono a libro è piuttosto ingombrante (non solo per le persone, ma anche per riporre oggetti, vestiti e altre attrezzature), il navigatore non è irreprensibile e la gestione dei comandi delle funzioni sullo schermo angusto non è molto intuitiva fin dall’inizio.

Passare tutto quel tempo al volante, con qualche pausa per scattare foto e girare mini-video per i social network, e guidare senza quasi nessun punto di riferimento (non avremmo potuto sorpassare più di cinque auto in arrivo), attraverso la brughiera con solo qualche paesino isolato e le immancabili chiesette, può essere faticoso, o pericoloso (le istruzioni tecniche di Mazda sono state esaurienti).

Ma non è così. La MX-30 trasmette comfort e sicurezza ovunque, con un carattere armonioso e soddisfacente. In altre parole: Jinba Ittai, a quasi 9.000 chilometri da Hiroshima.

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