La Lamborghini 400 GT rende omaggio ai Beatles nel 60° anniversario di “Love Me Do”.

Nell’ottobre del 1962, al culmine della Guerra Fredda, il mondo intero trattenne il fiato quando la minaccia di una guerra nucleare tra le due superpotenze, con un’isola caraibica come epicentro, divenne più reale che mai. La scoperta da parte degli Stati Uniti di missili nucleari sovietici a Cuba, a soli 145 chilometri dalla Florida, scatenò un conflitto diplomatico con l’Unione Sovietica noto come Crisi dei Missili. Solo pochi giorni prima, un gruppo di longilinei di Liverpool ha pubblicato il suo primo singolo, “Love Me Do”. 60 anni dopo, la Lamborghini 400 GT rende omaggio ai Beatles.

Quando il 5 ottobre 1962 i Beatles pubblicarono “Love Me Do”, nessuno poteva immaginare che la rock band britannica sarebbe diventata un fenomeno sociale e culturale degli anni Sessanta. Pochi mesi prima, in agosto, il cinema aveva perso una delle sue leggende con la morte di Marilyn Monroe. Nel frattempo, in Spagna, le cose erano molto diverse. Il Paese era scosso dalla morte di Juan Belmonte e una ragazza era la star del grande schermo: si chiamava Marisol, la protagonista di “Tómbola”.

Cuando se cumple el 60 aniversario del primer single de los Beatles, un Lamborghini 400 GT ha realizado un recorrido muy especial en Londres, desde los estudios Abbey Road hasta Savile Row. Este trayecto ayudó a definir a la banda de Liverpool. En Abbey Road, los Beatles grabaron casi todas sus canciones, entre ellas “Love Me Do”. Y, cuando actuaron por última vez en la azotea de su sede de Apple Corps, en Savile Row, el 30 de enero de 1969, un Lamborghini 400 GT de color Rosso Alfa con el interior en negro se encontraba aparcado abajo. El coche aparece en Get Back, el recientemente galardonado documental sobre los Beatles, dirigido por Peter Jackson.

Los cuatro miembros de la banda eran unos amantes de los coches, pero fue Sir Paul McCartney quien se sintió especialmente atraído por el deportivo de Lamborghini que, a su vez, era una evolución del Lamborghini 350 GT. Aunque no existe documentación oficial, numerosas fuentes sugieren que, en la época en la que los Beatles grabaron su “White Album”, en 1968, en el que se incluye la inmortal “Let It Be” y que puso fin a la carrera de la banda, McCartney poseía 400 GT.

Un GT rápido, cómodo y bello

La Lamborghini 400 GT arrivò sul mercato nel 1966, appena tre anni dopo la fondazione del marchio italiano, ed era considerata una delle migliori GT dell’epoca. Era la perfetta espressione dell’idea originale di Ferruccio Lamborghini di creare la GT più veloce, comoda e bella, con una configurazione 2+2 che la rendeva piuttosto pratica.

È stata progettata dalla Carrozzeria Touring, allora una delle aziende leader in termini di stile e di alta qualità artigianale. Era dotata di un motore V12 DOHC da 4,0 litri, la cui architettura è ancora oggi un segno distintivo di Sant’Agata Bolognese.

Nel video qui sopra, Dylan Jones OBE, giornalista, autore e broadcaster inglese che ha intervistato Sir Paul McCartney in numerose occasioni, ci accompagna in questo affascinante viaggio, riportandoci agli anni Sessanta per esplorare l’influenza di Londra sul cantautore e l’epoca che lui e gli altri membri della band hanno così profondamente plasmato.

“Londra era il luogo da cui McCartney traeva ispirazione. È stata la città ad alimentare la sua scrittura, i suoi processi creativi e la sua sconfinata curiosità. Se un tempo si considerava un tradizionalista, i rapidi cambiamenti in atto nella cultura underground londinese lo incoraggiarono a esplorare la sua creatività, collaborando con John Lennon alla creazione di una serie di capolavori musicali che rimangono insuperati”, afferma Jones.

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