fonte articolo e foto – quattroruote.it – redazione mirco magni.
Negli anni le chiavi si sono evolute moltissimo, forse più delle automobili stesse. Da semplici oggetti di metallo si sono trasformate in piccoli gioielli di design che spesso teniamo in tasca senza apprezzarne a pieno il valore. Smart key, chiavi virtuali e sistemi keyless sono ormai la norma per le automobili odierne: spesso le chiavi vengono date per scontate e portate in giro con noncuranza, dimenticandosi del carico tecnologico che portano con sé.
Nata da una manovella. Le origini della chiave automobilistica risalgono alla prima metà del secolo scorso. Nonostante la Chrysler rivendichi la paternità del primo sistema con blocchetto d’avviamento, risalente agli anni ’40, la genesi del piccolo oggetto metallico risale a trent’anni prima. Negli anni ’10 il sistema d’avviamento a manovella di una Cadillac ferì mortalmente un caro amico dell’allora presidente della Casa Henry M. Leland che spronò i propri ingegneri a trovare delle soluzioni d’avviamento meno pericolose. Comparirono così i primi sistemi d’avviamento elettrico, composti da un motorino collegato all’albero motore azionato da un pulsante integrato all’interno della vettura e protetto da un circuito elettrico collegato a una serratura, ovviamente sbloccabile grazie a una chiave.