Volkswagen T-Roc. Al volante della 2.0 4Motion TSI 190 CV

Duemila turbo benzina, cambio Dsg, trazione 4Motion: è una vera e propria top di gamma laVolkswagen T-Roc protagonista di queste prime impressioni di guida. Una variante che, verosimilmente, avrà un ruolo marginale sul nostro mercato, destinato a orientarsi verso motorizzazioni ben più abbordabili quali il 1500 TSI o il 1600 turbodiesel, in prevendita da questo mese. E senza rimpianti, verrebbe da dire, perché con un simil corredo e l’aggiunta di pneumatici ultraribassati su cerchi da 19”, la “nostra” T-Roc mette in mostra un assetto decisamente secco, che la porta a copiare pari pari le ondulazioni, anche minime, del fondo stradale. Vero è che nel  suo ricco equipaggiamento sono inclusi pure gli ammortizzatori regolabili e che optando per la posizione “confort” la situazione migliora. Ma nel complesso la qualità dell’assorbimento resta lontana da quanto ci si aspetta da una vettura “uso famiglia”.

Volkswagen T-Roc: al volante della turbodiesel da 150 CV

Le cose vanno decisamente meglio sul fronte acustico: a dispetto dei generosi pneumatici il rumore di rotolamento giunge attenuato anche su fondo rugoso, e il due litri turbo a iniezione diretta non si fa sentire più di tanto. Va da sé che quest’ultimo disponga di potenza e coppia più che sufficienti per un corpo vettura di questa taglia, sicché la risposta all’acceleratore risulta sempre pronta e spigliata, oltre che priva di strappi. E il Dsg a sette rapporti fa puntualmente il proprio dovere, che lo si lasci far da sé o che si utilizzino i paddle al volante, di minuscole dimensioni come da tradizione VW.

Volkswagen T-Roc (2017)
Volkswagen T-Roc (2017)

Equilibrata. Fra la buona sensibilità dello sterzo e le limitate oscillazioni del corpo vettura, ben contenute dall’assetto di cui s’è detto, esce un comportamento in curva piacevolmente pulito. In sostanza, non c’è da combattere con inerzie superiori a quelle di una normale Golf berlina. Rispetto alla quale invece la T-Roc appare un gradino sotto quanto a qualità degli interni: la plancia sarà anche meno austera, ma sia qui sia sui pannelli laterali i rivestimenti non premiano l’occhio e il tatto nella misura abituale in casa Volkswagen. In compenso gli spazi non mancano, davanti come dietro e soprattutto per i bagagli (445 litri nella configurazione di base) né c’è da eccepire sulla visibilità di cui si dispone dal posto di guida: qui il vantaggio rispetto alla berlina classica è quanto mai tangibile. E senza che per accomodarsi sul sedile, posto a 57 cm dal suolo, ci si debba arrampicare.

fonte articolo e foto – quattroruote.it – martino campanaro