Multe da autovelox, come e quando si fa ricorso

Riguardo all’eccesso di velocità, recenti sentenze sono rivoluzionarie. Vi spieghiamo come opporsi ai verbali

Un novembre bollente in tema di sentenze sugli autovelox. Più precisamente, sulle infrazioni per eccesso di velocità rilevate con telecamere fisse o mobili, oppure con le cosiddette pistole laser, o coi dispositivi che sono nelle vetture delle Forze dell’ordine (ben visibili e riconoscibili) e puntano i trasgressori, i cosiddetti autovelox dinamici. Infatti, molto spesso, gli automobilisti fanno ricorso contro le multe e la controversia arriva in secondo grado e perfino alla Cassazione. Il motivo? Semplice: il Codice della Strada è vecchio (spesso non allineato alle nuove tecnologie) e concede spazio a più interpretazioni, tant’è vero che ormai da un lustro un disegno legge di riforma per modernizzare il Codice della Strada ammuffisce in Parlamento. Alla luce delle recenti sentenzerivoluzionarie della Cassazione sulle multe da autovelox, ecco una guida al ricorso, pur premettendo che chi corre troppo mette in pericolo la vita altrui e la propria.

Tris di dritte

#1. Autovelox in rettilineo e multe a casa: le Forze dell’ordine devono dire il perché. Con sentenza numero 27771/2017, la Cassazione è perentoria e spazza via ogni dubbio: su un rettilineo, se c’è un autovelox con la presenza di agenti delle Forze dell’ordine a presidiare la postazione, con la multa che arriva a casa del proprietario dell’auto il verbale deve specificare l’esatto motivo per cui il guidatore non è stato fermato subito. Non è sufficiente che la multa dia genericamente le solite indicazioni da “prontuario”: non indicazioni vaghe, pronte per ogni uso. Se invece il verbale è vago, le probabilità di vincere il ricorso sono alte: per farsi annullare una contravvenzione, l’automobilista deve proporre ricorso al Prefetto (competente per il luogo della violazione) entro 60 giorni dalla notifica. L’opposizione è gratuita, ma chi perde paga il doppio della multa originaria, anche se c’è la possibilità di un “appello” al Giudice di Pace.

#2. Scout Speed, un Tribunale cambia le carte in tavola. Se le Forze dell’ordine usano lo Scout Speed, e inviano la multa a casa del proprietario dell’auto, senza fermarlo, i controlli di velocità effettuati con apparecchi installati a bordo di pattuglie in movimento devono essere segnalati. Lo ha detto il Tribunale di Belluno, con sentenza 535/2017, che conferma quanto stabilito dal Giudice di Pace. Insomma lo Scout Speed, da questo punto di vista, non si differenzierebbe troppo, stando al Tribunale di Belluno, dagli autovelox fissi e mobili. Né dai Tutor e dai Vergilius, che misurano la velocità media. Per tutte queste telecamere, serve un segnale, o almeno nel caso dello Scout Speed un pannello luminoso di avvertimento dei controlli elettronici. Discrete le probabilità di vittoria: meglio rivolgersi al Giudice di Pace (competente per il luogo dell’infrazione) entro 30 giorni dalla notifica. Si paga una tassa sul ricorso di 43 euro, e perdendo l’ammenda viene di solito confermata.

#3. La stangata della Corte Costituzionale: autovelox tarati. Esiste infine una sentenza addirittura della Corte Costituzionale sugli autovelox, la numero 113/2015, alla si sono ispirate sentenze della Cassazione e dei Giudici di Pace, tutte favorevoli agli automobilisti. Il principio è facile: gli autovelox vanno tarati, quelli fissi come quelli mobili (telelaser inclusi), altrimenti la multa è nulla. Perché, dicono i giudici, qualsiasi strumento di misura, specie se elettronico, è soggetto a variazioni delle sue caratteristiche e quindi a variazioni dei valori misurati: incidono l’invecchiamento delle proprie componenti, gli urti, le vibrazioni, gli shock meccanici e termici e le variazioni della tensione di alimentazione. C’è un misto di obsolescenza tecnologica e di mancata manutenzione. L’esonero da verifiche periodiche, o successive a eventi di manutenzione, è irragionevole: un po’ come accade per una qualsiasi bilancia di precisione. Serve allora tarare gli autovelox almeno una volta l’anno, affermano i magistrati, parlando anche di “fede pubblica che si ripone in un settore di significativa rilevanza sociale, quale quello della sicurezza stradale”. La morale? Basta controllare sulla multa se viene riportata la più recente data di taratura. Se un Comune usa un autovelox non tarato, l’automobilista con un ricorso al Prefetto annulla il verbale. Le cose si complicano in caso di silenzio del verbale, che non indica niente in merito alla taratura: si può tentare un ricorso al Giudice di Pace, chiedendo se sia possibile verificarne la taratura al momento dell’infrazione.

Multe tardive, che fare

Capitolo a parte per le multe tardive, quelle che si ricevono a casa non nei 90 giorni dall’accertamento dell’infrazione. Se sono trascorsi oltre 90 giorni, si può ricorrere per annullare il verbale: lo ha stabilito il TAR Lombardia, confermando quanto già detto dal ministero dei Trasporti. Meglio opporsi al Giudice di Pace competente per il luogo dell’infrazione, entro 30 giorni dalla notifica della multa, citando l’articolo 201 del Codice della Strada: le possibilità di vincere sono buone. Non c’è però la certezza matematica di far cancellare la multa: qualche magistrato potrebbe seguire l’orientamento di alcuni Comuni, secondo cui il conteggio dei 90 giorni parte non dalla violazione, ma da quando i Vigili visionano i fotogrammi dell’autovelox.

Fonte articolo e foto – omniauto.it – Redazione