fonte articolo e foto – quattroruote.it – redazione roberto boni.
Secondo Yoshikazu Tanaka, domineranno la strada un mix di elettriche, ibride e modelli a idrogeno
L’idrogeno sta tornando. Non che se ne sia mai andato, visto che è dappertutto, a partire dall’acqua, ma sta tornando alla ribalta tra gli addetti ai lavori del mondo automotive e non solo, dato che si candida a un ruolo di rilievo per contribuire alla decarbonizzazione, ovvero alla riduzione delle emissioni di CO2 responsabili dell’effetto serra e del riscaldamento della Terra.
Perfetto per grosse auto e veicoli pesanti. Secondo Yoshikazu Tanaka, papà della Toyota Mirai (qui le nostre impressioni di guida), il futuro della mobilità sarà fatto da un mix di piccole vetture elettriche a batteria, per la città e i brevi percorsi, di auto ibride (normali e plugin) e di modelli a idrogeno, combustibile ideale per essere ricavato mediante elettrolisi dell’acqua utilizzando il surplus delle rinnovabili e dall’impiego simile a quello del metano (per il pieno bastano tre-cinque minuti). E se adesso le vetture a celle di combustibile sono assai costose, l’obbiettivo è di renderle equivalenti alle ibride entro il 2025. Al contrario, per l’ingegnere giapponese le grandi vetture a batteria non saranno mai convenienti sia per le limitazioni che impongono (soprattutto per i lunghi tempi di ricarica) sia per il costo degli accumulatori, che necessariamente aumentano al crescere della stazza del veicolo e dell’autonomia richiesta. Per lo stesso motivo Tanaka non prevede camion a batteria, mentre ne immagina a celle a combustibile.
Rete di distribuzione da costruire. Il tecnico della Honda, invece, oltre che illustrare le caratteristiche della Fcx Clarity, ha mostrato i piani di sviluppo della rete di rifornimento di idrogeno, tuttora embrionale: entro pochi anni sono previste 160 stazioni in Giappone, 100 in California e 50 in Germania.
Metano sintetico. Infine, il rappresentante dell’Audi ha mostrato l’originale approccio della Casa tedesca, che punta sui combustibili sintetici ottenuti sempre sfruttando gli squilibri fra produzione di energia rinnovabile e domanda energetica: grazie all’elettrolisi dell’acqua si ricava idrogeno che poi viene fatto reagire con la CO2 per ottenere metano sintetico, ribattezzato e-gas. In tal modo si abbatte dell’80% l’impatto ambientale delle attuali vetture a metano senza dover attendere il ricambio del parco auto.