Fumo in auto? Il valore dell’usato crolla

L’abitacolo che sa di sigaretta è difficile e costoso da ripulire, ma anche da rivendere

Fra tutti i mali possibili e immaginabili del fumo in auto, ce n’è uno che compare quando si vende la vettura di seconda mano: il valore dell’usato crolla. Al di là quindi degli innumerevoli guai alla salute (fra cui difficoltà respiratorie, riflessi appannati, rischio infarto e tumori, oltre a impotenza e patologie alla prostata per gli uomini), esiste un effetto negativo anche per il portafogli. È quanto emerge dalla ricerca della società britannica Carbuyer, eseguita su un campione di ben 6.000 persone: “La prima cosa che un concessionario vuole fare è controllare se la macchina viene ceduta da un fumatore. Alcuni concessionari confessano di non voler nemmeno ritirare veicoli da fumatori, calcolando tempo e spesa per liberare l’abitacolo dagli odori spiacevoli”. Chiaramente, non c’è solo la puzza: incide anche il pensiero che si entra in un ambiente sporco, malsano, che fa ammalare. Un abitacolo diventato una “camera a gas”, un mix di polveri sottili da smog più fumo di uno o più persone, guidatore o passeggeri che siano. Indicativamente, la sanificazione degli interni costa sui 2.260 euro: quindi, dal prezzo di mercato dell’usato va detratta quella somma.

Ripulirla è un “lavoraccio”

Ma è possibile liberare del tutto l’abitacolo dalla puzza di fumo? Difficile a dirsi e a farsi. Spesso l’odore è nauseabondo e persistente. Per dare battaglia alle 4.000 sostanze nocive emesse da una sigaretta (fra cui il famigerato polonio), occorre pulire a fondo la tappezzeria che si impregna subito di puzza. Senza parlare delle macchine a vapore, degli interventi anti-batterici. Nei casi peggiori, se guidatore e passeggeri erano accaniti fumatori, si tratta di un’impresa ardua: è davvero difficile pulire del tutto gli interni conciati così male per la salute di chi entrerà dopo. Insomma, fra i tanti controlli prima di comprare un usato, anche il naso dell’acquirente è prezioso per capire le condizioni dell’abitacolo e il livello di igiene del venditore.

Doppio disastro

Svalutazione dell’usato a parte, è che il fumo in auto può essere considerato una forma di omicidio-suicidio, anche se i fumatori stessi potrebbero non essere d’accordo: le polemiche sulle sigarette e sulle normative sono sempre scottanti. Da una parte, c’è il fumatore attivo che rovina la propria salute; dall’altra, il fumatore passivo inspira sostanze gravemente nocive. A tale proposito, il decreto legislativo 12 gennaio 2016, numero 6, ha esteso il divieto di fumare al conducente di auto, in sosta o in movimento, e ai passeggeri a bordo degli stessi, in presenza di minorenni e di donne incinte. Con multe da 27,5 euro a 550 euro. Lo ha chiarito il ministero dell’Interno con Circolare 300/A/l001/16/101/3/3/9 dell’11 febbraio 2016.

fonte articolo e foto – omniauto.it – Redazione